giovedì 7 febbraio 2008

A breve nelle migliori librerie.

Scegliamo di approcciarci ad analizzare questa giornata di campionato, forse decisiva, sicuramente foriera di polemiche, cominciando dai fatti, che vuol dire numeri. L'Inter ha fatto 24 punti con calci di rigore, che vuol dire in partite vinte anche grazie a calci di rigore. Se si passa, invece ad analizzare le partite vinte esclusivamente grazie a calci di rigore, i punti diventano 15. Di otto rigori una buona metà sono arrivati su risultato di parità, un altro, quello di Parma, su risultato di inferiorità. Di questi otto rigori, gli ultimi 3, secondo le opinioni delle moviole dei maggiori quotidiani sportivi nonchè dei maggiori opinionisti, almeno sul pianeta Terra non erano tali. Di qui i fatti: per l'Inter 24 punti con rigore, 15 con rigore determinante, 9 (gli ultimi nove, se escludiamo la partita contro l'Udinese) con rigore "creativo" almeno quanto determinante. Questi sono i fatti, su cui imbastire un dibattito. Questo dibattito potrebbe portare chi ama l'Inter a dire che ieri la differenza l'ha fatta chi il rigore l'ha messo dentro rispetto a chi il rigore non l'ha messo dentro. Chi non la ama potrebbe obiettare che quello non messo dentro c'era, quello messo dentro no, quindi, se per metterlo dentro devi tirarlo, quel rigore messo dentro non andava proprio tirato. Significava 0-0, il secondo consecutivo. Chi ama l'Inter potrebbe accusare che per avere un rigore devi entrare in area, significa che stai attaccando. Potrebbero rispondere gli altri che non prescrive il medico che attaccare voglia dire segnare.

Insomma, ognuno si terrebbe la propria opinione, in buona o in cattiva fede, e tutti contenti. Un po' più contento chi ha fatto il 45% circa dei propri punti su calcio di rigore. Qualcuno ricorderà un simpatico libro, nell'era in cui Moggi era solo un sospetto, che si chiamava "Nostra Signora del dischetto", dedicato ad una signora Vecchia, con tanto di foto di Madonna juventina in copertina. I fatti di cui sopra dicono che c'è una nuova Signora dei rigori, che dagli arbitri è altrettanto amata. Molto amata. Beneamata, diciamo.

Scherzi (?) a parte, e lasciateci almeno la voglia di scherzare, il sospetto per alcuni c'è già, il libro nelle rotative potrebbe andare tranquillamente, e allora viene spontaneo chiedersi la differenza dov'è. Il primo partito che citavamo potrebbe ribattere: "Beh, quelle intercettazioni...", e allora il discorso si farebbe caldo sul serio. C'è da dire, che, per quanto ne sapevamo allora, per quanto ne sappiamo ora, la differenza è pochina pochina, per il momento. Si inizia sempre, parlando di sudditanza, ricordate? Era la fine degli anni novanta. Ogni buon Moggi inizia con la sudditanza, da qualche parte bisogna partire. Magari ognuno può avere una idea molto chiara, ma telefonate e compagnia bella non spunteranno fuori mai. Ma questo non lo sappiamo, e per quanto ne sappiamo, per quanto ne sapevamo allora, è dura ripetersi solo due settimane dopo, ma la differenza dov' é?

Bisogna pur partire da qualcosa, riordiniamo le idee e vediamo cosa abbiamo: il sospetto che si taglia a fette c'è, le insinuazioni da bar ci sono, e materiale per nuovi libri pure. Ogni Moggi comincia così. Magari non si finirà come ha finito quell'altro, magari 24 punti su 53 sono solo un caso. Ma, a scanso di equivoci, quest'anno a maggio le eleganti quanto bianche tenute, le terremmo in naftalina...

Nessun commento: